Roberto Formigoni (Lecco, 30 marzo 1947) è un politico italiano, presidente della regione Lombardia dal 1995 al 2013.


== BiografiaModifica ==
Nato a Lecco nel 1947, figlio di Emilio, ingegnere e di Doralice Baroni, insegnante, primo di tre fratelli.
Frequenta il Liceo classico Manzoni di Lecco e si laurea nel 1971 in Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi sugli studi giovanili di Marx; quindi studia Economia politica alla Sorbona di Parigi.
In gioventù incontra don Luigi Giussani, aderisce al movimento Gioventù Studentesca e, in seguito, a Comunione e Liberazione (diventa Memor Domini nel 1970, a 23 anni). Nel 1978 è stato fra i fondatori del settimanale cattolico Il Sabato e dal 1985 è iscritto all'ordine dei giornalisti come professionista.
Il 13 dicembre 2004 l'Università IULM gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Scienze e tecnologie della comunicazione.


== Attività politicaModifica ==


=== Dalla Democrazia Cristiana a Forza ItaliaModifica ===
Formigoni inizia giovanissimo l'attività politica nelle fila della Democrazia Cristiana. Nel 1975 fonda il Movimento Popolare, di cui rimane presidente nazionale fino al 1987.
Nel 1984 è eletto al Parlamento europeo risultando, con oltre 450 000 preferenze, il primo degli eletti nelle liste del proprio partito, venendo confermato anche nel 1989. Nel1987 è nominato vicepresidente del Parlamento europeo, dopo essere stato Presidente della Commissione Politica.
Nelle elezioni politiche del 1987 è eletto Deputato ed entra a far parte della Commissione Affari Esteri. In tale veste, nel 1990, guidò a Baghdad una delegazione di parlamentari che fu ricevuta da Saddam Hussein ed ottenne la liberazione di 250 ostaggi italiani e di altri 200 europei. Rieletto deputato alle elezioni politiche nel 1992 e nel 1994; nel biennio 1993-1994 Formigoni è Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente nel Governo Ciampi, incarico per il quale lascia il Parlamento europeo. Rieletto deputato nel 1994 nella XII legislatura è nominato membro della Commissione Esteri.
Nel 1994 la DC si trasforma in Partito Popolare Italiano: Formigoni rimane al suo interno, aderendo alla corrente più moderata del partito, che si affermerà su quella progressista al congresso dello stesso anno, facendo eleggere segretario Rocco Buttiglione.
Il 23 luglio 1995 nascono i Cristiani Democratici Uniti (CDU) con segretario Buttiglione, di cui Formigoni sarà eletto presidente nel 1996.
Nel 1998, quando il CDU confluirà nell'UDR, Formigoni – contrario a tale scelta – si dimetterà dal partito e fonderà i Cristiani Democratici per la Libertà (CDL).


=== Presidente della Regione LombardiaModifica ===


==== Primo mandato (1995-2000)Modifica ====
Nel giugno 1995 è eletto per la prima volta Presidente della Giunta della Regione Lombardia, nella VI Legislatura del Consiglio regionale della Lombardia con il 41,6% dei voti, contro il 27,6% del candidato de L'Ulivo, l'imprenditore Diego Masi e del candidato della Lega Nord, l'ex Ministro delle Riforme del Governo Berlusconi I Francesco Speroni al 17,1%.


==== Secondo mandato (2000-2005)Modifica ====
Nel 2000 Si ricandida alla Presidenza della Giunta della Regione Lombardia nella lista Per la Lombardia, alleata con la Lega Nord, venendo eletto con il 62,4% dei voti, battendo l'ex Segretario Nazionale della DC e del PPI Mino Martinazzoli
Formigoni inaugura il sistema del buono scuola: un finanziamento alle famiglie volto a sostenere il pagamento delle rette scolastiche e a garantire la libertà d'educazione, di cui secondo i suoi critici beneficia all'80% gli alunni delle scuole private (9% del totale della popolazione scolastica), senza criteri di merito o di reddito, per un totale di 400 milioni di euro tra 2001 e 2009, aggirando i divieti costituzionali di finanziamento diretto. Secondo altri, la misura si è rivelata inefficace nel favorire le scuole private e non ha favorito la qualità della formazione in Lombardia, che nelle indagini OCSE PISA (2003 e 2006) è peggiorata, ma ha costituito un semplice trasferimento di fondi dalla Regione alle famiglie degli studenti delle scuole private


==== Terzo mandato (2005-2010)Modifica ====
Alle elezioni regionali del 3-4 aprile 2005, Formigoni viene riconfermato per la terza volta presidente della Lombardia per la VIII Legislatura, alla guida della coalizione di centrodestra, battendo Riccardo Sarfatti, candidato dell'Unione, con il 53,4% delle preferenze.
Nel luglio 2009 ha promulgato la legge regionale "per il rilancio del settore dell'edilizia"
Alle elezioni politiche del 2006, Formigoni è eletto Senatore nelle liste di Forza Italia ricoprendo l'incarico di membro della Commissione Ambiente. Il 12 luglio lascia l'incarico per incompatibilità in favore del ruolo di Presidente della Regione Lombardia. Nelle elezioni politiche del 2008 viene eletto Senatore per il Popolo della Libertà ricoprendo l'incarico di membro della Commissione Lavoro. Proposto come ministro nelle trattative per la formazione del IV governo Berlusconi e per la presidenza del Senato, non gli sarà assegnato nessun incarico istituzionale. Lascerà l'incarico il 4 giugno per continuare la Presidenza della giunta regionale lombarda. Il 30 aprile 2008 è nominato vicepresidente di Forza Italia.


==== Quarto mandato (2010-2013)Modifica ====
Nelle elezioni regionali 2010, Formigoni viene eletto per la quarta volta presidente della Lombardia con 2.704.364 voti, pari al 56,11% delle preferenze, battendo Filippo Penati. La lista di Formigoni viene sostenuta dal Popolo della Libertà e dalla Lega Nord, oltre che dal partito La Destra limitatamente alla circoscrizione di Milano.


===== La fine della Presidenza FormigoniModifica =====
Tutta la IX legislatura regionale è stata caratterizzata da inchieste e arresti che hanno coinvolto esponenti della maggioranza di centrodestra che sosteneva Formigoni e che hanno portato alla fine anticipata della legislatura.
Nel 2010 infatti è arrestato il consigliere PdL Gianluca Rinaldin condannato a due anni e mezzo di reclusione per truffa [4]. Nel 2011 sono indagati la consigliera PdL Nicole Minetti per induzione alla prostituzione minorile [5], l'Assessore all'Urbanistica Daniele Bellotti della Lega per tifo violento [6], l'Assessore allo Sport Monica Rizzi della Lega per dossieraggio [7] mentre è arrestato il Vicepresidente del Consiglio regionale per il PdL ed ex Assessore in tre Giunte Formigoni Franco Nicoli Cristiani per corruzione e tangenti [8]. Nel 2012 viene arrestato il Segretario del Consiglio regionale per il PdL ed ex Assessore in due Giunte Formigoni Massimo Ponzoni per corruzione, concussione e bancarotta [9] mentre sono indagati il consigliere PdL ed ex Sottosegretario regionale nella Giunta Formigoni Angelo Giammario per corruzione e finanziamento illecito dei partiti [10], il consigliere della Lega Renzo Bossi per appropriazione indebita [11], l'Assessore alla Sicurezza del PdL Romano La Russa per finanziamento illecito ai partiti [12] ed il Presidente del Consiglio regionale per la Lega ed ex Assessore della Giunta Formigoni Davide Boni per corruzione [13]. Il 14 giugno 2012 anche il Presidente della Regione Lombardia Formigoni (su cui già pende un secondo processo per diffamazione nei confronti dei Radicali) è indagato per corruzione riguardo presunte pressioni per delibere a favore della Fondazione Maugeri [14].
Il 10 ottobre 2012 viene arrestato l'Assessore alla Casa Domenico Zambetti per voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa per aver acquistato voti dalla 'ndrangheta [15]. Nelle stesse ore sono indagati per peculato e truffa i consiglieri PdL Franco Nicoli Cristiani e Massimo Buscemi e il consigliere leghista Davide Boni [16] mentre l'Assessore all'Ambiente Marcello Raimondi risulta indagato per corruzione [17].Dopo gli ultimi scandali la Lega Nord chiede formalmente a Formigoni di dimettersi o azzerare la Giunta minacciando le sue dimissioni dal Consiglio in caso di mancata risposta per poter così votare in aprile.[18].Formigoni intanto ritira le deleghe agli Assessori leghisti.[19]
Il 12 ottobre 2012 dopo un incontro tra il Segretario PdL Angelino Alfano e il Segretario della Lega Roberto Maroni alla presenza di Formigoni viene concordato l'azzeramento della Giunta regionale e il prosieguo della legislatura [20] ma dopo un Consiglio federale il Carroccio ribadisce la sua linea di andare a votare anticipatamente contravvenendo al patto sancito con il PdL [21].
Formigoni nell'impossibilità di andare avanti a scadenza naturale chiede il voto subito chiedendo al gruppo regionale del PdL di dimettersi insieme all'opposizione per tornare subito ad elezioni [22]. Il 26 ottobre 2012 Formigoni vara la nuova Giunta provvisoria che porterà la Lombardia al voto composta per la maggior parte di tecnici mentre è confermato alla vicepresidenza della Regione Lombardia il leghista Andrea Gibelli [23]. Nel pomeriggio il Consiglio regionale modifica la legge elettorale abrogando il listino bloccato e con 74 dimissioni su 80 il Consiglio regionale della Lombardia è ufficialmente sciolto e la Regione si avvia al voto anticipato.[24]


=== Senatore (2013)Modifica ===
Alle elezioni politiche italiane del 2013, Formigoni è candidato per Il Popolo della Libertà al Senato in Lombardia come secondo di lista dopo Silvio Berlusconi, garantendogli una sicura elezione. Attualmente è il presidente della commissione agricoltura al Senato.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano.


== Procedimenti giudiziariModifica ==
Formigoni ha attualmente ricevuto due condanne per diffamazione, risulta tuttora indagato per una presunta corruzione, mentre è stato assolto negli altri casi.


=== La contestazione sull'eleggibilità di Formigoni per un quarto mandatoModifica ===
La candidatura di Roberto Formigoni alla Presidenza della Regione Lombardia per un quarto mandato (Elezioni Regionali 2010) fu oggetto di contestazioni, in quanto avrebbe violato la legge 165/2004, art. 2. I pareri favorevoli alla candidabilità di Formigoni per un quarto mandato si basavano, per alcuni, sul fatto che l'art. 2 cit. sarebbe una norma di principio, inapplicabile in assenza della normativa attuativa regionale; per altri, sul fatto che, poiché la legge fu promulgata nel 2004 essa non sarebbe applicabile al mandato in corso, ma solo a partire dalle successive elezioni del 2015. D'altra parte, i contestatori sostenevano che tale interpretazione fosse in opposizione alla ratio della norma, la quale sarebbe volta ad evitare il formarsi di rendite politiche e di accumulo di potere personale, oltre che ad una sentenza della Cassazione, ritenuta applicabile al caso regionale.
Il 22 febbraio 2010 venne depositato un esposto alla corte d'appello di Milano contro la ricandidatura di Formigoni. Anche il deputato Pierluigi Mantini (Udc), presentò un ricorso al Tar contro la candidatura di Formigoni ed Errani (infatti la medesima situazione ha implicato anche Vasco Errani, candidato per l'Emilia-Romagna). Infine i Radicali presentarono un ricorso in tal senso all'Ufficio centrale elettorale presso la Corte d'Appello di Milano, organo incaricato di ricevere le candidature. Tutti gli esposti presentati non vennero tuttavia ammessi, in quanto l'Ufficio si dichiarò incompetente a decidere in materia, rimandando ogni decisione al Tribunale civile, successivamente allo svolgimento delle elezioni Il ricorso verrà poi ripresentato dal Movimento 5 Stelle e dai Radicali a elezioni concluse, ma il tribunale di Milano, confermato in appello, e quello di Bologna (adito sul caso Errani) saranno concordi nel ritenere che per far valere la norma sull'incandidabilità sancita dalla legge 165/2004, serve il suo recepimento nella normativa regionale, mai avvenuto in Lombardia come in Emilia-Romagna.


=== La denuncia delle firme falseModifica ===
A seguito di un accesso agli atti dei Radicali, che chiedono e ottengono di controllare i moduli con le firme necessarie a candidare alla presidenza della Regione Formigoni, Pezzotta e Penati, viene presentato un esposto all'Ufficio centrale presso la Corte d'Appello che denuncia irregolarità nella documentazione della lista di Formigoni. L'ufficio, verificate fondate le irregolarità segnalate nelle autentiche delle firme dichiara il 1º marzo 2010 la non ammissione della lista di Formigoni, confermando poi la sua decisione il 3 di marzo. Tuttavia il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, con un'ordinanza del 6 marzo 2010, dichiarò ammessa la lista “Per la Lombardia” alla competizione elettorale e, accogliendo il ricorso Formigoni, sospese gli atti che lo escludevano dalle elezioni. Il 13 marzo il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar, rimandando eventuali ricorsi a dopo le elezioni. Dopo le elezioni, a seguito di un nuovo accesso agli atti, i Radicali possono presentare una perizia calligrafica sulle firme contestate di Formigoni, affidata alla Dott.sa Laura Guizzardi. Ne emerge che centinaia di sottoscrizioni sarebbero state apposte dalle stesse mani. A seguito di questi nuovi elementi, il Gip Cristina Di Censo, che il 29 ottobre 2010, aveva archiviato l'inchiesta per falso ideologico riguardante omissioni o irregolarità nella raccolta delle firme per le liste Per la Lombardia e Penati presidente, trasmette al PM Alfredo Robledo il fascicolo e partono nuove indagini. Il 17 ottobre 2011 il procuratore aggiunto Robledo dichiara chiusa l'inchiesta sulle firme false. Gli indagati sono 15 autenticatori, tra cui 4 consiglieri provinciali milanesi del PdL, e Clotilde Strada, collaboratrice di Nicole Minetti e, all'epoca dei fatti, responsabile del partito per la raccolta delle firme. Il 24 novembre 2011 la Procura di Milano si è costituita come parte nella causa civile avviata dai Radicali per chiedere l'annullamento delle elezioni. La Procura ha depositato nella causa civile, tra le altre cose, i verbali degli interrogatori di 823 degli apparenti firmatari della lista che hanno disconosciuto davanti ad un Pubblico Ufficiale l'autenticità delle rispettive sottoscrizioni. Il 27 aprile 2012 viene aggiunto alla lista degli indagati anche Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano e coordinatore Pdl nel 2010.
Il 28 novembre 2014 viene condannato in primo grado dal tribunale di Milano per un altro processo di diffamazione verso i Radicali, definiti "criminali e maestri di manipolazione". Viene condannato a 1 mese di reclusione con la condizionale subordinati al versamento di 45000 euro di risarcimento.
Nel frattempo, in sede amministrativa, il 22 settembre 2011 il Consiglio di Stato ribalta il giudizio del Tar Lombardia del 9 dicembre 2010 che aveva respinto il ricorso dei Radicali per la decadenza di tutti i consiglieri regionali lombardi, in relazione a presunte firme false raccolte a sostegno della lista Per la Lombardia. . Il Consiglio di Stato, dichiarando ammissibili i ricorsi, si esprime anche sul decreto "Salva-Liste" ed “esclude che la sanatoria possa estendersi invece alle ipotesi di falsità delle firme”. Dei quattro procedimenti giudiziari ancora aperti sulla vicenda, uno vede Roberto Formigoni imputato di diffamazione aggravata a mezzo stampa per avere accusato i Radicali di avere manomesso le sue liste.
Il 3 luglio 2012 la Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per l'allora Presidente della Provincia di Milano ed ex Coordinatore regionale del PdL in Lombardia dal 2009 al 2011 Guido Podestà per falso ideologico continuato e aggravato insieme ad altre nove persone, in relazione alle 926 firme false a sostegno del listino regionale di Formigoni Per la Lombardia e della lista provinciale ‘Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Formigoni' (PdL) per la Provincia di Milano alle elezioni regionali del 2010. L'indagine su Podestà era stata chiusa dai Pm milanesi il 27 aprile 2012.
Il 12 luglio 2012 i Pm di Milano chiedono per Formigoni una condanna di un anno di reclusione e 500 euro di multa per l'accusa di diffamazione a mezzo stampa, in quanto avrebbe accusato il Partito Radicale Italiano ed il suo leader lombardo Marco Cappato di aver manipolato le firme che erano state raccolte a sostegno delle sue liste per le regionali del 2010. Secondo il pm, Formigoni ha offeso la reputazione del movimento guidato da Marco Pannella attribuendogli «un complotto» privo di qualsiasi fondamento.
L'11 ottobre 2012 Formigoni viene condannato per diffamazione nei confronti dei Radicali Italiani a mezzo stampa a 900 euro di multa, oltre ad un risarcimento complessivo di 120 000 euro a Marco Cappato, Lorenzo Lipparini e al partito rappresentato da Marco Pannella. Nel 2010 Formigoni aveva accusato i Radicali, come precisa la sentenza, di "avere ordito un complotto contro di lui, incolpandoli di avere manipolato le firme poste a sostegno della sua lista per "escludere il centrodestra" dalle regionali".
Il 30 gennaio 2015 il Tribunale di Milano, nona sezione penale, giudice Canevini, ha condannato in primo grado per diffamazione l'ex Presidente Formigoni alla pena di un mese di reclusione e a risarcire con 10 mila euro Marco Cappato, con 10 mila euro Lorenzo Lipparini, con 25 mila euro la Lista Marco Pannella, nella persona di Marco Pannella, oltre alle spese processuali per 5 mila euro e la pubblicazione della sentenza a sue spese su Corriere della Sera e Sole 24 Ore.


=== Discarica di Cerro MaggioreModifica ===
Formigoni è stato rinviato a giudizio nel 2002 nell'ambito dell'inchiesta sulla bonifica della discarica del comune di Cerro Maggiore. È stato assolto in primo grado dalle accuse nel 2005. Il 24 ottobre 2007 Formigoni è stato definitivamente assolto da ogni accusa nel corso del processo di appello..


=== AmbienteModifica ===
Il 1º dicembre 2009 ha ricevuto un avviso di garanzia - assieme a Letizia Moratti e Guido Podestà - nell'ambito di un'inchiesta su ambiente e inquinamento nata da un esposto del Codacons, per lo sforamento dei limiti di concentrazione delle polveri sottili o PM10.. Successivamente anche Filippo Penati è stato iscritto nel registro degli indagati in quanto presidente della provincia di Milano all'epoca dei fatti.
Il 2 luglio 2012 la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per tutti gli indagati, non essendo emerse "condotte indebite di omissione o rifiuto di atti idonei a ridurre l'inquinamento".


=== Interrogazione nell'inchiesta P3Modifica ===
Nell'ambito di alcune indagini svolte dalla Procura di Roma nel luglio 2010 su eolico e P3, sono state ipotizzate pressioni sui giudici della Corte Costituzionale al fine di sostenere la riammissione della lista civica regionale Per la Lombardia nelle elezioni regionali del 2010; Formigoni è stato interrogato a Roma come «persona informata sui fatti».


=== Presunti viaggi pagati e l'inchiesta sulla sanitàModifica ===
Il 16 aprile 2012 il Corriere della Sera lancia la notizia secondo cui uno dei fiduciari svizzeri di Pierangelo Daccò, amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, arrestato per aver creato milioni di fondi neri nello scandalo dell'Ospedale San Raffaele e aver distratto, dal patrimonio della Fondazione Maugeri, circa 70 milioni di euro sotto forma di consulenze e appalti fittizi, avrebbe pagato viaggi aerei compiuti dallo stesso Governatore, da un suo collaboratore, a dal fratello di Formigoni e sua moglie. Tra questi benefici, un viaggio Milano-Parigi da ottomila euro, compiuto il 27 dicembre 2008, pagato da Daccò a Formigoni. Il Governatore, però, ha smentito categoricamente i fatti, affermando di non aver ricevuto mai alcun beneficio. Pierangelo Daccò è finito in galera per 10 anni, era imputato di associazione per delinquere, bancarotta e altri reati nell'inchiesta sul dissesto dell'ospedale San Raffaele. Inoltre il faccendiere Daccò, nell'inchiesta sulla fondazione Maugeri è indagato per corruzione in concorso con Roberto Formigoni.
Il 6 giugno 2012, in merito allo scandalo dei viaggi pagati dal faccendiere Daccò, l'opposizione di centrosinistra, composta da Pd, Idv e Sel, presenta una mozione di sfiducia al Governatore. La mozione vede il sostegno anche dell'Udc e del Partito Pensionati dopo che era stato respinto, dal Presidente del Consiglio della Lombardia Franco Cecchetti (Lega Nord), un loro documento, che, senza chiederne le dimissioni, impegnava Formigoni a rinominare una giunta tecnica per completare la legislatura. Nonostante il forte disappunto della Lega Nord per le vicende che coinvolgono Formigoni, è proprio grazie al supporto determinante di questa forza politica che la mozione di sfiducia viene bocciata con 28 sì, 49 no, e nessun astenuto
Il 23 giugno 2012, il Corriere della Sera riporta in prima pagina la notizia secondo cui Formigoni risulterebbe indagato dalla Procura di Milano per corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità privata in Lombardia in cui risulta implicato il faccendiere Daccò, amico di Formigoni. Le accuse della Procura riguarderebbero un illecito finanziamento elettorale di oltre mezzo milione di euro ricevuto da un'azienda sanitaria privata in vista della campagna di Formigoni per le elezioni regionali italiane del 2010 in cui è stato rieletto per un quarto mandato consecutivo alla guida della regione; le accuse ipotizzano, inoltre, il reato di corruzione per la somma dei molteplici benefit di ingente valore patrimoniale (vacanze, soggiorni, utilizzo di yacht, cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini, condizioni favorevoli nella vendita di una villa in Sardegna a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini) messi a disposizione del governatore lombardo dal mediatore Daccò. Secondo l'accusa, Daccò, sfruttando l'intima amicizia con Formigoni, basata su benefit di varia natura, riusciva ad ottenere delibere e fondi da parte della regione Lombardia in favore di strutture sanitarie private, tra cui la fondazione Maugeri di cui Daccò era consulente ricevendo da questa più di 70 milioni di euro.
Il 25 luglio 2012 arriva, dalla procura di Milano, la conferma sullo status di indagato di Formigoni. Il reato che gli viene ascritto è quello di corruzione, in concorso con Daccò, Antonio Simone, Umberto Maugeri e Costantino Passerino. Il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha affermato che il governatore lombardo è iscritto nel registro degli indagati dal 14 giugno 2012.
Il 12 febbraio 2013 la procura di Milano annuncia che ci sono nuovi elementi a carico di Formigoni al quale viene contestato anche il reato di associazione per delinquere.


=== Il finanziamento di circa 200 milioni di euro alla Fondazione paveseModifica ===
Il 3 marzo 2014 viene confermato il rinvio a giudizio di Formigoni per associazione a delinquere e corruzione. Il processo comincerà il 6 maggio..


== ControversieModifica ==


=== Lo "spoil system"Modifica ===
Formigoni è stato criticato per il presunto spoil system di tipo clientelare che avrebbe realizzato nella scelta dei dirigenti della Regione Lombardia, garantendo l'occupazione di "tutti i centri di potere" da parte di esponenti di Comunione e Liberazione, appartenenti per lo più al suo braccio economico la Compagnia delle Opere. Tali critiche, tuttavia, sono state alquanto ridimensionate da un'inchiesta giornalistica riguardante le nomine dei dirigenti negli enti sanitari lombardi a fine 2010.


=== La costruzione del Palazzo LombardiaModifica ===
La costruzione del Palazzo Lombardia, tra 2005 e 2009, voluta fortemente da Formigoni, ha suscitato polemiche e mobilitazione dei cittadini, a causa della distruzione dell'area verde del Bosco di Gioia, già lascito testamentario della contessa Giuditta Sommaruga come bene inalienabile del Comune di Milano. Palazzo Lombardia è risultato tuttavia il vincitore del premio internazionale istituto dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat di Chicago (CTBUH): la nuova sede di Regione Lombardia è risultata essere il miglior edificio alto d'Europa. Formigoni ha ripetutamente sostenuto che il nuovo palazzo della regione porterà notevoli benefici per i cittadini, dato che tutti gli uffici di Regione Lombardia in sedi distaccate in vari luoghi di Milano sono stati accorpate in un solo luogo, con un conseguente miglioramento dei servizi. Inoltre dal punto di vista dei conti, considerando l'ammortamento per i costi di costruzione distribuito su 20 anni (il totale del costo è stato di 400 milioni di euro) il palazzo comporta risparmi, in termini di affitti, di oltre 6 milioni di euro all'anno (21 di ammortamento invece dei 27 di affitti).


=== InsultiModifica ===
In occasione delle dimissioni del governo Berlusconi IV, Formigoni ha rivolto il gesto del dito medio ad alcuni contestatori.
Nel corso di un acceso dibattito in Consiglio regionale, Formigoni ha apostrofato il capogruppo di Italia dei Valori dandogli del pirla. Successivamente lo stesso Formigoni ha fatto mettere a verbale che, a suo giudizio, «pirla» non è da considerarsi un insulto ma «un'espressione usata anche come intercalare che non lede l'onore e il prestigio di una persona».
Il 6 febbraio 2016 ha pubblicato un tweet in cui riferendosi al DDl Cirinnà sulle Unioni Civili scrive "odore della sconfitta su #Cirinnà sta procurando crisi isteriche gravi su gay, lesbiche, bi-transessuali e checche varie. non è bello poverini." provocando sdegno e indignazione per la mancanza di rispetto espressa anche con l'epiteto dispregiativo "checca" verso una minoranza che chiede diritti civili.


== Prese di posizioneModifica ==
Formigoni ha sempre sostenuto i finanziamenti pubblici alle scuole private e confessionali, anche di confessione islamica. Nel 2007-2009, durante il governo Prodi II, si è opposto alla vendita di Alitalia ad Air France e, in seguito, all'alleanza tra Compagnia Aerea Italiana e Air France durante il governo Berlusconi IV, in consonanza con la Lega Nord, allo scopo di evitare la penalizzazione dell'aeroporto di Milano-Malpensa, puntando piuttosto su Lufthansa.
Nel dicembre 2008 si è espresso contro l'introduzione in commercio, in Italia, della pillola RU486, firmando, assieme ad altri, un appello contrario: «Non è una medicina, non cura alcuna malattia, non aiuta la vita, la stronca sul nascere. Non è amichevole verso le donne. Per queste ragioni etiche siamo contrari alla sua introduzione in Italia». In seguito ha ribadito la propria contrarietà, sottolineando di non potersi opporre alle leggi dello Stato, ma di voler regolamentarne la somministrazione "solo e soltanto negli ospedali".
Nel 2009 si è rifiutato di dare applicazione, in Lombardia, alla sentenza della Corte d'appello che autorizzava l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione forzata di Eluana Englaro, dichiarando che "non possiamo mandare con leggerezza alla morte una persona che è tenuta in vita non attraverso cure intrusive ma semplicemente dandole da mangiare e da bere." Ha in seguito premiato le suore di Lecco che avevano in custodia Eluana Englaro
Nel corso della trasmissione televisiva "Mattino Cinque" (su Canale 5) del 3 febbraio 2010, ha affermato che, pur essendo chiara la dannosità dell'inquinamento atmosferico, quest'ultimo non sia causa diretta di alcuna malattia. Nel gennaio 2011 ha firmato una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.


== OpereModifica ==


=== LibriModifica ===
Roberto Formigoni e Gino Agnese, Io e un milione di amici, Bompiani, 1988.
Roberto Formigoni e Aldo Brandirali, Baghdad la guerra e oltre. Verso una «Nuova Gerusalemme» in viaggio fra politica e verità. Le missioni politiche di Roberto Formigoni in Medio Oriente..., Guaraldi, 1991. ISBN 8886025009, ISBN 978-88-86025-00-3.
Roberto Formigoni, Gherardo Colombo, Renato Dulbecco, Umberto Eco et al. (Lelio Scanavini cur.), Poesie, Milano, I dispari, 2000. ISBN 88-85637-18-3, ISBN 978-88-85637-18-4.
Roberto Formigoni e Paolo Del Debbio, Una rivoluzione possibile: dieci anni al governo della Lombardia: che cosa è cambiato, che cosa cambierà, Milano, A. Mondadori, 2005. ISBN 88-04-54659-X, ISBN 978-88-04-54659-7.


=== ArticoliModifica ===
Roberto Formigoni, Paolo VI e la formazione politica, «Communio» 157 novembre-dicembre 1997 (La prudenza), p. 75-77.
Roberto Formigoni, Non faccia lo Stato quello che può fare la persona (sola o associata), in: Centro studi investimenti sociali, Poliarchia regionale: uno sguardo dal centro: un mese di sociale 2000 (CENSIS 16), Milano, FrancoAngeli, 2001, p. 91. ISBN 88-464-2955-9. ISBN 978-88-464-2955-1.
Roberto Formigoni, Formazione e ricerca: una politica di sostegno, «Vita e pensiero» 85 2002, p. 521.
Roberto Formigoni, Saluto, «Communio» 183-184 maggio-agosto 2002 (L'amore custodisce la città), p. 111. ISBN 88-16-70183-8, ISBN 978-88-16-70183-0.
Roberto Formigoni, La rivoluzione del valutatore indipendente, articolo su: ilsussidiario.net, 9 ottobre 2007. URL consultato il 2010-09-01.


=== Interventi (pubblicati)Modifica ===
Maurizio De Filippis, L'Ospedale "Luigi Sacco" nella Milano del Novecento (Scienze e salute 21), Milano, FrancoAngeli, 2003, prefazione di Roberto Formigoni. ISBN 88-464-5152-X, ISBN 978-88-464-5152-1.
Roberto Formigoni, Lettera, in: Sviluppo Brianza, La provincia utile. Ricerche e contributi del primo forum per la nuova provincia di Monza e Brianza, Milano, FrancoAngeli, 2005, p. 86. ISBN 88-464-7009-5, ISBN 978-88-464-7009-6.


== BibliografiaModifica ==
Guido Gerosa, Roberto Formigoni: il Movimento popolare e il suo leader, Musumeci, 1985, ISBN 88-7032-199-1.
Renato Farina, Penna montata. L'epopea del giornalismo italiano raccontata dallo strillone del Sabato, Guaraldi, 1992, p. 110, ISBN 88-86025-13-0.
Camillo Langone, Cari Italiani, vi invidio, Roma, Fazi Editore, 2001, pp. 68-73, ISBN 88-8112-173-5.
Franco Cardini, Per essere Franco: le rabbie di uno che non sta bene a nessuno, Guaraldi, 2003, pp. 22–24, ISBN 88-8049-210-1.
Saverio Allevato e Pio Cerocchi, La P38 e la mela. Una presenza cristiana a Roma negli anni di piombo, Itaca, Castel Bolognese, 2009, ISBN 88-526-0196-1.
Lorenzo Lipparini, Roberto Formigoni, biografia non autorizzata, Roma, Editori Internazionali Riuniti, 2012, ISBN 978-88-359-9112-0.
Barbacetto, Gomez, Malagutti, Mascali, Meletti, Milosa, Padellaro, Travaglio, Vecchi, Roberto Forchettoni, il Fatto Quotidiano, 2012, p. 187.


== OnorificenzeModifica ==
È insignito dall'ordine dei Cavalieri di Malta.


== CuriositàModifica ==
Ha partecipato come comparsa in un cameo nel film The International.


== NoteModifica ==


== Voci correlateModifica ==
Palazzo Lombardia
Luigi Giussani
Comunione e Liberazione
Il Sabato
Memores Domini


== Altri progettiModifica ==

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== Collegamenti esterniModifica ==
Sito ufficiale, formigoni.it.
Sito istituzionale del Presidente di Regione Lombardia, regione.lombardia.it.
Roberto Formigoni, su Openpolis, Associazione Openpolis.
Registrazioni audio/video di Roberto Formigoni su radioradicale.it.

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