Firenze: la Chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto concessa in uso gratuito ai monaci Olivetani

  • 15 dicembre 2015L’Agenzia del Demanio ha concesso in uso gratuito la Chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto alla comunità monastica dei Padri Benedettini Olivetani dell’Abbazia di San Miniato al Monte. La Chiesa, dal grande valore storico e artisti

Firenze: la Chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto concessa in uso gratuito ai monaci Olivetani

15 dicembre 2015

L’Agenzia del Demanio ha concesso in uso gratuito la Chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto alla comunità monastica dei Padri Benedettini Olivetani dell’Abbazia di San Miniato al Monte. La Chiesa, dal grande valore storico e artistico, era stata affidata in uso governativo al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che l’ha recentemente riconsegnata all’Agenzia, rendendo così possibile l’atto di concessione in favore dei monaci Olivetani.

 La Chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco e fa parte di un ex complesso monastico, fondato nel 1334 e ampliato a più riprese nel corso dei secoli, e rappresenta il primo insediamento della Congregazione Benedettina Olivetana in Firenze, voluto dallo stesso fondatore, san Bernardo Tolomei.

Nel periodo Napoleonico il monastero di Monte Oliveto venne soppresso per essere poi ripristinato con la Restaurazione. Definitivamente liquidato nel 1866 in seguito alle leggi post unitarie sulle soppressioni ecclesiastiche, fu destinato a Ospedale Militare. La chiesa, sottoposta alla tutela delle Belle Arti, continuò invece ad esser officiata dagli Olivetani ed è stata recentemente riaperta al pubblico per celebrazioni religiose e per visite al patrimonio culturale. Qui Leonardo dipinse la sua Annunciazione, conservata fino all’ottocento e poi trasferita alla Galleria degli Uffizi. Nell’interno, costituito da unica navata con volte a crociera, sono ancora conservate opere originarie ad affresco tra cui un’Ultima Cena staccata dal refettorio e corredata di rispettiva sinopia del Sodoma, risalente al 1515 circa, e alcune rappresentazioni dovute alla mano di Bernardino Poccetti del 1608 circa. Numerose sono, inoltre, le tele dipinte da alcuni tra i maggiori protagonisti della pittura riformata fiorentina, tra questi il Cristo e la Emorroissa del Poppi posto sull'altar maggiore e l'Assunzione di Maria di Domenico Passignano del 1592; seguono inoltre l'Ingresso di Cristo in Gerusalemme di Santi di Tito, la Vergine in gloria col Bambino e Santi della seconda metà del '500, il Beato Bernardo Tolomei di Simone Pignoni, la Santa Francesca Romana del pittore fiorentino Fabrizio Boschi del 1610. (vig)

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